Oltre al lavoro clinico dentro lo studio, mi occupo di salute e malattia nei (e dei) contesti sociali, dalle comunità locali e a quelle globali. Per farlo meglio, sto frequentando un master in Salute Mentale Globale all’università di Glasgow.
In particolare, insieme a Sportello TiAscolto, Rete Sostenibilità e Salute, al Gruppo di Lavoro dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte DUPP (Diritti Umani Psicologi Piemonte), Psicomunet e la Rete di Psicoterapia Sociale del Piemonte e ad altri gruppi di colleghi e cittadini mi occupo di determinanti sociali della salute mentale, disuguaglianze sociali e di salute, partecipazione e mutualismo, e del rapporto tra strutture e processi socioeconomici e culturali sociali e strutture e processi individuali.
Ma praticamente, quali sono alcune delle domande che guidano questo lavoro di ricerca ?
Insieme allo Sportello TiAscolto ci siamo interrogati su come promuovere la salute mentale nel contesto scolastico.
Abbiamo ideato uno strumento, il Panikit – piccolo kit di pacificazione con gli attacchi di panico a scuola, co-prodotto insieme agli adolescenti a cui è rivolto. Insieme ad un piccolo gruppo abbiamo redatto il materiale per l’opuscolo pieghevole, disponibile anche online, e stiamo avviando, con la supervisione dell’ASLTO3, la fase di valutazione da parte degli studenti e delle studentesse della bontà dello strumento.
Insieme al tavolo Arci per la Salute Mentale, all’interno della Biennale della Democrazia 2023, abbiamo esplorato la relazione tra libertà e salute mentale interrogandoci sul modo di intendere salute mentale, benessere, malattia e cura all’interno di una prospettiva legata ai diritti umani utilizzando il tema della salute mentale come cartina di tornasole delle disuguaglianze e contraddizioni che opprimono le nostre società e comunità, limitando le opportunità di salute per alcuni e alimentando una tensione tra interessi legati al profitto e legati alla salute pubblica.
Dopo alcuni anni, insieme ad un gruppo di lavoro interdisciplinare e composto anche da utenti e in collaborazione con la Società Italiana di Psicologia di Comunità, abbiamo ultimato la traduzione italiana della versione breve del PTM Framework, un modello operativo clinico creato dalla British Psychological Society, che esamina le operazioni del potere nel generare la sofferenza, dispositivi di cura e teorie su sofferenza e cura, fornendo un approccio esplicitamente politico della clinica. Qui è possibile trovare l’introduzione alla versione italiana, per consultare l’intera versione, non esistate a contattarmi.
Ad Aprile 2022 è uscito “Dallo Psicanalismo allo Psicoterapismo. Per una politica della clinica e una psicoterapia critica“, edito Radio32, scritto, in piena pandemia, insieme a Marco Sassoon e Martino Lioy e introdotto da Edgardo Reali. Il lavoro, qui recensito dalla Siep e che abbiamo portato a MAT, la Settimana delle Salute Mentale di Modena, propone l’estensione il concetto di psicanalismo al dispostivo psicoterapia per metterne a fuoco, in un’ottica sociostorica, contraddizioni ed effetti iatrogeni, individuali e collettivi, clinici, materiali e culturali, spesso misconosciuti. E’ stato presentato al congresso nazionale di Medicina Democratica in Ottobre 2022 di cui sono disponibili le trascrizioni degli interventi.
A partire dal 10 Ottobre 2020, sto tracciando le connessioni tra la multinazionale danese Lundbeck e gli attori coinvolti per la “campagna di sensibilizzazione” e marketing “Insieme per la salute mentale”. Ne ho scritto qualcosa su SaluteInternazionale, sul sito del Gruppo Abele, di Psicoterapia Aperta, qualche maggiore approfondimento su Mad in Italy (la sezione italiana di Mad in America), un’analisi critica sul sito dello Sportello, e una breve contributo sui processi di identificazione personale e collettiva legati alla campagna su State of Mind.
Nei primi mesi del 2021, in procinto delle elezioni amministrative a Torino, ci siamo domandati quali politiche locali, alla luce della situazione attuale, in tutti i settori, possano contribuire alla promozione della salute mentale e al benessere della popolazione. Le risposte hanno dato forma ad un documento e una campagna rivolta ai futuri candidati a cui viene chiediamo di inserire la salute mentale dei cittadini nell’agenda politica comunale. Abbiamo illustrato la campagna e i suoi presupposti durante la Summer School organizzata da Rena durante l’intervento “Disuguaglianze e Salute Mentale: mutualismo tra tecnica e politica” e in articolo uscito sul sito del Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute, Dors.
Nel novembre del 2020 è uscito “La funzione sociale dello psicoterapeuta“, il nuovo libro di Luigi D’Elia, fondatore di Psicoterapia Aperta che ospita un mio contributo “Psicoterapia Sociale e Capacitazione. Il problema dell’accesso alla psicoterapia e ai servizi di salute mentale: dati e riflessioni“. Presentarlo all’Ordine degli Psicologi della Lombardia ci ha permesso di approfondire il profondo legame tra strutture sociali e strutture individuali e il ruolo del dispositivo psicoterapeutico in questo legame.
Insieme al Collettivo 7Aprile, nel Dicembre 2019, abbiamo approfondito il legame tra pratiche mutualistiche e salute mentale di comunità. Abbiamo esplorato, in particolare le peculiarità cliniche, organizzative e politiche di alcune esperienze collettive di comunità in cui cura dei bisogni inevasi di salute mentale e lotta per una società più giusta, e quindi più sana, costituiscono due lati della stessa medaglia. Qui alcune brevi riflessioni a partire dalla giornata.
Nel Settembre 2019 è uscito “Un nuovo mo(n)do per fare salute” il libro della Rete Sostenibilità e Salute, recensito da Manifesto e SaluteInternazionale, che ho curato insieme a Jean Louis Aillon e Chiara Bodini e di cui ho redatto, oltre all’introduzione, un capitolo sui determinanti sociali della salute fisica e mentale e uno sulle medicine alternative.
Sempre insieme la Rete Sostenibilità e Salute abbiamo curato un documento, sull’utilizzo di psicofarmaci in età evolutiva in Italia, esaminando lo scenario internazionale e lanciando un appello al Ministro della Salute Speranza per una migliore appropriatezza prescrittiva di queste molecole.
Insieme a numerose realtà cittadine, Marco Bobbio di Slow Medicine, Luca Poma di Giù Le Mani dai Bambini ed Epaminondas Thomos, in occasione del 7 Aprile 2019, abbiamo discusso, attraverso la visione in prima nazionale del film documentario “Cause of Death: Unknown”, della commercializzazione della salute e della malattia in particolare nell’ambito della salute mentale, per ribadire con fermezza che la salute per tutti e tutte può essere raggiunta solo attraverso la solidarietà e l’azione collettiva e una ferma opposizione agli interessi commerciali e privati.
Nell’aprile del 2019 insieme ai fondatori di “Psicoterapia Aperta”, siamo stati alla libreria Tlon di Roma, per discutere con la cittadinanza del ruolo, pieno di contraddizioni, dello psicoterapeuta privato in seno alla società e degli effetti ambivalenti, per la salute dei cittadini, del SSN e dalla comunità degli psicologi, di iniziative come “Psicoterapia Aperta”. Qui è possibile vedere il video della giornata.
Il 28 Settembre 2018, insieme a SISST, Psicologi per i Popoli Torino ed ESPRI’, all’interno del convegno “Trauma, Oblio, Indifferenza, Percorsi della memoria e della narrazione“ ho delineato alcune delle relazioni esistenti tra Trauma psicologico e Diritti Umani, in particolare quelli che ho chiamato “traumi da abbandono” e “traumi da abuso” da parte delle istituzioni nei confronti dei cittadini. Lo stesso giorno, ho avuto l’onore di introdurre la X° edizione del Psicologia Film Festival, discutendo insieme al pubblico le conseguenze psicologiche, per famiglie, individui e relazioni, dell’esposizione prolungata a condizioni materiali di deprivazione all’interno di società stratificate.
Il 2 Settembre 2018, insieme a Luca Negrogno dell’Associazione Insieme a noi, all’economista Enrico Giovannetti e allo psichiatra Gian Maria Galeazzi, ci siamo domandati quali siano le ricadute sulla qualità, sull’efficacia e sulla cultura dei servizi di alcune politiche economiche, sociali e sanitarie e delle disuguaglianze e come sia possibile, per i cittadini, costruire spazi condivisi in cui coltivare salute.
A Palermo, il 9 Giugno 2018, durante il XXII° Convegno Nazionale S.I.P.CO., la Società di Psicologia di Comunità, mi sono domandato se, a partire da alcune evidenze sui determinanti sociali della salute mentale e sui processi che stratificano la società creando malessere diffuso, è possibile proporre alcune soluzioni concrete, come professionisti e come cittadini, per evitare che la psicologia clinica diventi, come spesso accade, uno strumento di oppressione piuttosto che di liberazione, che alimenta, inconsapevolmente, meccanismi che producono divisioni ed esclusioni evitabili e dannose.
Insieme alla Rete Sostenibilità e Salute abbiamo redatto un documento in cui ci siamo domandati quali fossero le condizioni dei servizi di salute mentale, le pratiche presenti e la cultura e dei modelli prevalenti all’interno delle istituzioni deputate a prendersi cura della salute dei cittadini quando deteriorata.
Abbiamo provato ad allargare l’analisi includendo variabili di tipo organizzativo, economico, clinico, epistemologico e culturale ma il quadro dentro cui si pone il nostro lavoro è più ampio. Per quanto cruciale, non è sufficiente rivolgere la propria attenzione al Servizio Sanitario Nazionale, senza prendere in considerazione i processi sociali all’interno di cui si situa, da cui è influenzato e che tende ad amplificare e riprodurre.
Qui è possibile leggere un breve lancio del documento riportato da Quotidiano Sanità e scaricare l’intero documento.
Martedì 10 Aprile 2018 al convegno organizzato dal Forum per la Salute Mentale di Brescia per ragionare di salute mentale a Brescia, in Lombardia e in Italia abbiamo discusso insieme a il Professor Vita direttore del DSMD dell’ASST Spedali civili di Brescia, il Dottor Barbato rappresentante del Forum per il diritto alla salute in Lombardia e il Professor D’Anza rappresentante del Forum Nazionale per la Salute Mentale ci siamo domandati quali fossero le ricadute sulla vita delle persone delle scelte politiche e delle riforme legislative inerenti alla salute mentale in Lobardia.
A marzo 2018 durante il Corso di Formazione 2018 per soccorritori e psicologi delle squadre SPES sul primo aiuto psicologico in situazioni di emergenza, insieme a David Ruben Barbaglia, ci siamo domandati quale contributo, come psicologi, possiamo dare al lavoro con i migranti in un’ottica attenta ai diritti umani.
Con Stella Brancato, Guido Leonti e David Ruben Barbaglia, ci siamo domandati, per contribuire alla pubblicazione del Global Health Watch 5 a cura del People’s Health Movement, quali siano stati gli elementi che hanno contribuito alla creazione di una comunità sana, coesa e solidale a Casale Monferrato, dopo la tragedia Eternit.
Al Meeting Nazionale Rete Città Sane, ad Ottobre 2017, per presentare la traduzione italiana da me curata del documento, prodotto dall’OMS, sui Determinanti Sociali della Salute Mentale, mi sono domandato quanto la struttura ed i processi sociali, le disuguaglianze socio-economiche ed i diversi contesti di vita influenzino le condizioni di salute mentale di individui, famiglie e diversi gruppi sociali.
Insieme a Claudia Tufano e Chiara Tarantino ci siamo interrogati, al convegno internazionale “Modello Sistemico ed Esordio Psicotico”, nel Settembre 2017, quali fossero le criticità e i punti di forza nel lavoro con dell’approccio dell‘Open Dialogue a cui ci siamo formati.
Il 21 Maggio 2017, alla rassegna ” Non è vero ma ci credo: Dialoghi sulla post-verità” organizzata dallo Psicologia Film Festival, insieme ad Adriano Zamperini, abbiamo approfondito il legame esistente tra il sapere e il potere e le modalità tramite cui le politiche dello stato possono produrre la percezione di maggior o minor salute e senso di sicurezza nei cittadini.